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Muffa alimentare: cosa fare in caso di ingerimento.

L’AUTORE

Sicuramente ti sarà capitato di vedere su alcuni alimenti delle macchie verdi o bianche, e ti sarai chiesto se gettare via tutto, o togliere solo la parte compromessa. E se invece te ne accorgessi dopo averla consumata? Analizziamo i vari casi e scopriamo come agire.

COSA SUCCEDE SE MANGIO LA MUFFA ALIMENTARE?

Ci sono muffe che possono addirittura essere consumate, infatti alcuni formaggi, sono fatti proprio così, e sono anche considerati come pregiati. Dunque, escludendo i cibi con muffa commestibile, se parliamo di quella derivata da una cattiva conservazione degli alimenti, allora è chiaro che il discorso cambia.

Se vi dovesse capitare di mangiare accidentalmente dei cibi avariati, tranquilli, non morirete, se è questo che vi state chiedendo, ma potreste stare male.

Le reazioni che potrebbero scaturire dall’ingerimento della muffa sono le seguenti:

  • Vomito
  • Diarrea
  • Nausea
  • Difficoltà respiratoria
  • Mal di testa
  • Dolori addominali
  • Nei casi più gravi, problemi al fegato, al sistema nervoso e ad altri organi.

La gravità della reazione scatenata dipende dal nostro sistema immunitario, più debole è e più pericolosa può diventare la situazione.

In genere la reazione è immediata, ma può verificarsi anche tra le 12 e le 48 ore .

Nei casi peggiori, meglio consultare il medico, ovvero, se notate sangue nel vomito o nelle feci, se avvertite forti crampi addominali, febbre superiore ai 38°, vista offuscata e stato confusionale.

 

COS’È LA MUFFA E COME PREVENIRLA.

Le muffe alimentari sono dei funghi microscopici che compaiono sui nostri alimenti in presenza di umidità (oltre il 65%), e se tenuti a temperature comprese tra i 15° e i 30°. Spesso anche nel frigo proliferano, e appaiono come delle orribili macchie verdi o biancastre. A volte commettiamo l’errore di eliminare la parte andata a male e consumiamo il resto, senza sapere che la maggior parte delle muffe penetrano negli alimenti, intaccandoli, anche se non sono visibili.

Normalmente è buona norma buttare i prodotti ammuffiti, ma in alcuni casi, quando gli alimenti sono duri e più difficili da penetrare, si può togliere solo la parte avariata; è il caso di formaggi stagionati, frutti sodi, verdure, salame.

D’altro canto, sapendo che è molto comune che i cibi ammuffiscano, è bene imparare le tecniche di conservazione, sia per evitare sprechi, sia per prevenire situazioni spiacevoli.

 

Metodi di conservazione degli alimenti:

La prima buona abitudine da prendere è lavare il frigo con acqua e bicarbonato ogni tanto, ed evitare che si accumuli il ghiaccio sulle pareti.

Per quanto riguarda gli alimenti, invece, il miglior modo di conservare i funghi o l’insalata è avvolgerli in alcuni fogli di carta assorbente; per prevenire quella su frutta e verdura bisogna prima lavarla con dell’acqua e dell’ aceto e conservarli in frigo avvolti in sacchetti di carta.

Poi ci sono quegli alimenti che non vanno proprio messi in frigo o potrebbero danneggiarsi, ad esempio: la frutta esotica, gli agrumi, i pomodori, i fagiolini, i cetrioli e le zucchine, più in generale, tutta la frutta e la verdura che deve ancora maturare.

Quando cuociamo dei cibi, prima di riporli in frigo bisogna accertarsi che siano freddi, per evitare sbalzi termici.

Inoltre è buona norma tenere separati i cibi cotti da quelli crudi, e utilizzare appositi contenitori puliti e chiusi.

Inizia da questi semplicissimi accorgimenti e dirai addio alla muffa!

 

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